E’ una mera questione logica, matematica o come preferite chiamarla.
In ogni caso è molto semplice: 11 giocatori in campo dal primo minuto più cinque cambi, 25 giocatori in rosa. Va da sé che nove rimangano in panchina. Tranne casi particolari, come per esempio emergenze per infortuni o squalifiche, è piuttosto naturale che siano quasi sempre gli stessi, le famose riserve. Tra queste finiscono quasi sempre secondo e terzo portiere, qualche giovane magari bravo ma acerbo, giocatori ormai non più giovani.
Togliendo dal ragionamento i portieri, che sono raramente oggetto di discussione (specialmente quando il portiere titolare è l’eroe nazionale… cittadino, dai), vorremmo mettere l’accento sulle altre due categorie e in particolare su Giovannini, diventato idolo dopo il match di Bolzano, e De Maio, mai entrato nel giro dei benvoluti dai tifosi canarini e probabilmente neanche da Tesser.
Giovannini
Chiesto a gran voce dal pubblico per tante giornate, trova finalmente spazio per l’infortunio di Tremolada. Gioca contro una neopromossa che sul campo ha dimostrato di non valere poi così tanto. Fa molto bene per oltre venti minuti, trova un assist per Magnino, poi scompare un po’. Molto bene per il ragazzo che ha dimostrato professionalità nel farsi trovare pronto e anche buoni numeri da spendere. Ma sarà eventualmente la partita contro il Frosinone, una squadra veramente di categoria, a dire se può essere pronto per essere impiegato di più in Serie B.
Ricordiamo che in quel ruolo ci sarebbe, appunto, un certo Luca Tremolada che può non piacere caratterialmente, ma è un giocatore pesante, di categoria, di qualità superiore che può accendere la luce in qualsiasi momento, che non teme nessun avversario. Per diventare grandi non si può rimanere legati solo alle simpatie per giocatori che meriterebbero spazio o che dimostrano di avere voglia di stare in campo. Questo può andare bene forse in Serie C, ma la serie cadetta è un’altra cosa.
De Maio
Nasi storti quando è entrato in campo, non sta simpatico. Ma è un giocatore che ha oltre 170 partite in Serie A alle spalle, che fisicamente ha pochi rivali in questa categoria e che, al netto di qualche errore (magari commesso per un posizionamento sbagliato di un compagno), può garantire un certo rendimento se impiegato con continuità.
E’ probabile che entrambi vadano via in questa sessione di mercato dal momento che l’allenatore ha dimostrato di non vederli: il primo, essendo giovane, deve giustamente andare a giocare, il secondo (sempre giustamente) per l’esperienza che ha, non ha voglia di fare panchina in Serie B. Ma alla fine, chi arriverà a sostituirli, dovrà sempre scaldare la panchina, che piaccia o no, perché in campo si scende in 11.
(Foto modenacalcio.com)