Lunedì sera Diego Falcinelli è stato ospite di Gialli di Sera su TRC e ha parlato della sua stagione, del suo passato, del rapporto con Tesser e con la tifoseria
“Sono contento della stagione e della salvezza raggiunta, ma con un pizzico di amaro in bocca per la partita di sabato a Benevento. Dopo pochi mesi che ero qui ho espresso alla società la mia contentezza. Ho trovato un ambiente che mi ha fatto tornare la voglia di giocare. Io e la mia famiglia viviamo benissimo in città. Poi i matrimoni si fanno in due.
Avevo avuto già la fortuna di conoscere Vaira e Matteo Rivetti. Alla prima chiamata che mi è arrivata in estate in realtà avevo già in mente di venire a Modena perché per i miei principi è molto importante l’aspetto umano.
Sta nella maturità di un gruppo capire che, all’interno di un campionato, ci sono partite più importanti di altre. Nel girone di ritorno, soprattutto, credo che determinate partite le abbiamo affrontate con la giusta maturità che significa: non provare a vincerle a tutti i costi ma portare a casa anche un punto. Questo ci servirà da lezione e porterà esperienza.
Fase difensiva? I primi difensori siamo noi attaccanti. Questa è una squadra con tanti esordienti in questo campionato. Il margine di errore in B è più basso che in C. In serie A non c’è margine d’errore. Ma non c’è una regola per prendere meno gol. Sicuramente ne abbiamo subiti troppi.
Mi vengono in mente partite dove abbiamo portato a casa zero punti quando meritavamo almeno il pari. Alla fine, pesano.
I numeri sono importanti. Non è semplice dare una spiegazione alla frenata delle ultime giornate. Ma abbiamo dato maggior valore ad altre partite: la SPAL in casa, Perugia al Curi. In queste partite abbiamo portato a casa punti importanti.
Ora sto bene, è già più di una settimana che mi alleno con la squadra.
Sono uscito di casa a 15 anni per andare nel settore giovanile dell’Inter dove abbiamo vinto lo scudetto con gli Allievi Nazionali. Poi sono andato in Serie D a 16 anni. Avevo il rischio di perdermi ma è stata l’esperienza che mi ha fatto più crescere in assoluto. Ho preso dei bei calci ma sono cresciuto tantissimo.
A 17 anni mi ha comprato il Sassuolo e sono rimasto di proprietà dei neroverdi dal 2009 al 2018. Con Mandelli mi alternavo tra primavera e la prima squadra di Pioli. Ho visto tutta la scalata del Sassuolo di Pioli. È stata una crescita veramente importante.
Spesso sono andato in prestito, poi sono stato 3 anni a Sassuolo, una società seria che ha meritato di trovarsi dov’è oggi. Nella mia carriera ho sempre preferito andare a giocare e sentirmi protagonista. Andai a giocare a Crotone, in una neopromossa.
Mi sono dovuto adattare alle idee di gioco di Tesser in un ruolo dove non avevo mai giocato. Il Mister è stato molto bravo nel lasciarmi la possibilità di muovermi, venire incontro, legare la squadra. Se avessi avuto il compito di stare solo a sinistra, sarebbe stato molto difficile per me. Mi son trovato molto bene, devo sicuramente dare merito al mister.
Sono onesto, mi aspettavo di segnare di più. Non sono uno che si accontenta. Ma son contento di aver aiutato la squadra e di essermi preso delle responsabilità importanti.
I due gol nel derby sono stati importanti in un momento difficile.
In fase offensiva abbiamo fatto bene mentre in fase difensiva abbiamo fatto meno bene, quindi siamo riusciti a compensare. Nelle squadre in cui vado ho grande senso di appartenenza. E, se viene riconosciuto, riesce a tirarmi fuori qualcosa in più.
Tutti gli allenatori con cui ho giocato mi hanno dato qualcosa. Pioli, a Sassuolo e a Firenze, è una persona eccezionale con un’umiltà incredibile. Anche Tesser ha un’umiltà incredibile e ha sempre una parola per tirarti su nei momenti difficili. È uno che vede sempre il positivo nelle cose, sempre ad aiutare la squadra e non è mai andato in tilt.
Indipendente da quale sarà il futuro, Tesser andrà ringraziato.
Mi sarebbe piaciuto giocare un po’ più vicino alla porta ma son contento di quello che ho fatto e di aver aiutato la squadra a farla arrivare ad una salvezza importante. Ho caratteristiche che mi permettono di giocare anche lontano dalla porta.
Il mio rapporto con la tifoseria credo sia ottimo. Ci tengo a ringraziare tutta la gente perché in tanti momenti difficili ci sono sempre stati vicini. Siamo usciti tra i fischi in pochissime partite, tra l’altro meritati, come a Venezia. L’unione tra squadra e tifoseria ha fatto la differenza”.