Alla vigilia di quella che potrebbe essere la sua ultima partita col Modena, mister Tesser ha parlato in conferenza stampa
Domani sera c’è da fare una bella prestazione per i nostri tifosi, abbiamo raggiunto il nostro scopo.
Sul suo futuro
Mi state facendo da procuratori, era meglio se non uscivano certe notizie ma ognuno si comporta come ritiene di doversi comportare. Non mi meraviglio di niente, sono nel calcio da tanti anni. Io ho lavorato bene in settimana coi ragazzi come ho sempre fatto. Ho parlato con la proprietà, parleremo ancora e vedremo come andrà a finire. Io ho grande stima per i Rivetti e accetterò le decisioni che verranno prese.
I miei rapporti con la società sono e saranno ottimi, abbiamo due anni di risultati e di guardarci negli occhi con il Presidente. Ci sono un paio di cose che potrei dire, ma non le dico. Io non sono di primo pelo e mi accorgo di quello che succede, attendo una comunicazione della società.
Sul finale di campionato
E’ stato un campionato molto importante, di elevata difficoltà. Sabato ci siamo trovati, dopo aver raggiunto la salvezza con tre partite di anticipo, davanti a un’occasione, come avevo detto io in conferenza stampa. Non l’abbiamo presa, peccato, ma l’avevamo preparata con grande serenità e scrupolosità. E’ altrettanto evidente che daremmo un messaggio sbagliato se dicessimo di aver pensato a fare i play off.
Si è sempre parlato solo di salvezza. Avrei voluto molto volentieri essere nei panni di Corini (leggi la curiosità), salvo che non era facile vincere a Benevento ma volevo trovarmi all’ultima partita con la chance qui al Braglia e la avrebbero vinta i nostri tifosi prima di scenderei campo.
Sul match di domani
Abbiamo qualche problemino in più rispetto al previsto: Ferrarini e Strizzolo non sarà convocati, ma anche Diaw e Silvestri hanno dei problemi. Gli altri stanno bene. Non ci siamo mai pianti addosso e andiamo avanti con i giocatori che abbiamo con la voglia di fare una grande partita, consapevoli che stiamo chiudendo una stagione davanti ai nostri tifosi.
Sulla stagione
La qualità migliore del Modena è stata la tenuta del gruppo, di essere riuscito sempre a non essere mai invischiato in zona play out. Siamo arrivati a tre partite dalla fine avendo anche la possibilità di centrare la zona play off fino a due giornate dalla fine. Abbiamo sempre tenuto un posto centrale in classifica e ci terrei a far bene domani anche per la classifica anche se non ci cambierebbe nulla.
Squadre importanti già retrocesse e che rischiano di retrocedere sono la dimostrazione di quel tanto di positivo che è stato fatto. Poi chiaramente qualcosa cambierei, chi lavora sbaglia, ciò che è stato fatto si poteva sempre fare meglio, ma mai arrendersi. I numeri non mentono, la squadra era stata fatta per vincere il campionato in due anni, lo abbiamo centrato in un anno, quest’anno l’obiettivo era la salvezza e l’abbiamo centrata.
La salvezza? Non c’era da festeggiare, ma da essere contenti di aver raggiunto l’obiettivo. Non c’era da fare fuochi d’artificio. Dopo il Bari si apriva una finestra e lì siamo stati meno bravi ma questo non inficia i numeri fatti fino ad ora.
Sul legame con Modena
Ringrazio la famiglia Rivetti che mi ha dato l’opportunità di indossare la maglia del Modena, ho cercato di portarla nel miglior modo possibile e con professionalità, fuori e dentro il campo. Per me indossare la maglia è un fattore importante, mi sento parte di una comunità e cerco di trasmetterlo ai miei giocatori. Ho avuto la fortuna con tutti di prendere grandi soddisfazioni. I miei due anni a Modena, se finiscono, sono ricchi di soddisfazioni e poche delusioni, questo lo dicono i numeri. Con orgoglio ho portato la maglia.
Sul SudTirol
Quello che ha fatto il SudTirol l’ho provato sulla mia pelle a Pordenone arrivando quarto da neopromosso. Ho fatto la semifinale dei play off mantenendo più o meno l’organico che avevamo. Sono quelle annate che partono in una maniera e si riesce a costruirle, ma sono eccezioni, non normalità. La normalità è quella che abbiamo vissuto noi qui, arrivando a una salvezza tranquilla.
Sulle scelte fatte durante l’anno
Come allenatore, il primo giorno che trovo i giocatori, premesso che sbaglierò, cerco sempre di mettere in campo la miglior formazione possibile in quel momento, nessuna preclusione e nessun regalo. Io mi sono basato solo ed esclusivamente sul campo. Gargiulo con me ha sempre giocato, non ho mai fatto la scelta in base a nuovi o vecchi. Se uno è un giocatore del Modena, l’allenatore lo deve valutare e poi schierare la squadra migliore. Altrimenti sarei autolesionista e non corretto nei confronti di società e tifoseria.
Non si sa se sia la strada giusta, ma per me Modena è la mia famiglia e l’unità di intenti di tutti quanti è ciò che conta. Ho sempre potuto lavorare liberamente sulle mie scelte. Ho portato a casa il risultato con le scelte che ho fatto. Giovani? L’unico giovane che ha fatto meno di 20 partite è Panada, gli altri hanno fatto più del 20% del campionato. Con me i giovani hanno sempre giocato, però c’è un lavoro di crescita nella mentalità, di potenziamento fisico, di costruzione che si fa anche fuori dal campo.
Sull’esperienza a Modena
C’è sempre da imparare, io non capisco quelli che ne vogliono sapere più del libro, poi cascano e battono la testa. Lo dico seriamente, io ho sempre voglia di imparare, la voglia di guardare gli altri, mi confronto, parlo e poi faccio le mie valutazioni commettendo anche errori dentro e fuori dal campo. Guardando indietro mi comporterei in maniera un po’ diversa, cambiando una piccola direzione, ma onorando sempre questa maglia.