In una gara sbloccata dopo appena 4 minuti, la squadra gialloblù fa altri passi avanti dal punto di vista dell’interpretazione del gioco di mister Bianco.
Il Modena si presenta in campo con una doppia novità rispetto a Cosenza: Guibre esterno basso a sinistra e Bonfanti a fare coppia con Manconi in avanti, al posto di uno Strizzolo non al meglio.
Bastano quattro minuti per il vantaggio: la pressione alta che Bianco chiede ai suoi diventa effettiva grazie a Palumbo che sradica il pallone dai piedi di Valoti, Bonfanti apre sulla sinistra per Manconi che crossa per il mancino vincente, e al volo, di Tremolada.
Il vantaggio iniziale regala sicurezza ad un Modena che prova a imporre il proprio gioco. Guiebre ha gamba ed è proprio da un suo inserimento centrale a tagliare la linea pisana che arriva il secondo episodio clou della partita sul finire del primo tempo: Hermannsson lo stende al limite dell’area, chiede lui stesso il controllo del VAR e il giallo mostrato in prima battuta diventa rosso quando Baroni va a rivedere la chiara occasione da gol.
È qui che il Modena è bravo ad ascoltare mister Bianco e il suo “calma calma” di allegriana memoria, gestendo una gara tutt’altro che semplice nella ripresa. Non perché il Pisa crei grossi grattacapi dalle parti di Gagno, le palle inattive vengono controllate bene dalla difesa modenese, ma perché la superiorità numerica e un solo gol di vantaggio, se non gestiti bene soprattutto dal punto mentale, possono rovinare vittorie che sembrano a un passo.
E invece il Modena controlla bene la gara e non si innervosisce neanche quando ad inizio ripresa prima Strizzolo e poi Manconi mancano il possibile 2-0. Bianco non sbaglia a togliere l’ammonito e nervoso Palumbo, in lotta personale soprattutto con Barbieri, e a mettere forze fresche per dare sostanza ai suoi. Buono l’ingresso di Cotali, davvero bravo in un paio di diagonali a coprire tutta la larghezza del campo da sinistra a destra per tamponare le possibile ripartenze pisane, buono anche l’ingresso di Duca che prende falli, fa respirare la squadra e si fa sentire in mezzo al campo. Oukhadda si alza quasi sulla linea degli attaccanti e costringe il Pisa a stare basso.
E Strizzolo? Al posto di un Bonfanti generoso ma ancora opaco, si fa trovare da vero centravanti di razza al posto giusto per il gol che chiude la gara nel recupero. Il merito del terzo gol in tre partite va ampiamente diviso con Gerli: ottima la sua prova, coronata dall’azione finale in cui, dopo aver saltato 4 uomini, dalla linea di fondo mette sui piedi, anzi, sulla tibia, di Strizzolo un pallone da spingere solo in rete. Elogio, ed importanza, dell’assist perfetto.