Attuale mister della Vibonese e allenatore di Bozhanaj ai tempi dell’Empoli Primavera, Antonio Buscè ha parlato ai microfoni di Tuttomodenaweb
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Antonio Buscé – 196 partite in Serie A e 129 in B – che ha allenato Bozhanaj all’Empoli nella stagione 2020/2021 vincendo il campionato.
Mister, che ricordi ha di Bozhanaj?
Sono stato uno dei primi ad allenare Bozhanaj all’Empoli. Marco Bertelli, responsabile del settore giovanile, mi disse che stava arrivando un giocatore albanese molto talentuoso. Un ragazzo stupendo, eccezionale, un po’ chiuso a livello caratteriale ma s’è fatto voler bene da tutti. All’inizio stava un po’ in disparte ed era un po’ chiuso ma poi, conoscendolo, tutti quelli che hanno avuto a che fare con lui nello spogliatoio gli hanno voluto bene.
E in campo?
Bozhanaj è un giocatore che va più forte con la palla che senza. A livello calcistico mi ha fatto davvero aprire gli occhi. Ha una grande potenza nelle gambe e riesce a far sembrare semplici dribbling difficili. Dà la sensazione di accarezzare la palla. Sul primo controllo è devastante, uno dei talenti più bravi che io abbia allenato, parlava la stessa lingua di Asslani, Baldanzi e Lipari, giocatori tecnici.
Ho iniziato ad allenarlo quando lui non era ancora tesserato. Rimase fermo un anno, il suo tesseramento richiese molto tempo. Si allenava e basta.
In che ruolo lo vede meglio?
Il ruolo che più gli si addice è sottopunta sulla trequarti. Kleis ama sfilarsi sulla sinistra per poi accentrarsi ma è un giocatore che sulla trequarti può fare male. È un giocatore che ti fa innamorare, deve solo credere di più nei suoi mezzi, deve mettersi in testa che è uno dei giocatori più forti nel suo ruolo.
Con il Catanzaro soltanto uno che ha le sue doti può fare un gol del genere ma non mi sono meravigliato.
Fisicamente è un giocatore solido. Lavorando con i grandi cambiano i ritmi e il fisico si deve adattare. Solo trovando continuità potrà chiudere questo gap fisico. Secondo me deve giocare almeno 10/12 partite titolare da protagonista (e non a spezzoni) per riuscire a fare il salto.
Come fu la stagione di Bozhanaj all’Empoli dello scudetto?
Durante la stagione non ha giocato molto. Ma nelle finali è stato determinante, soprattutto contro l’Inter. Al 120′ Kleis entra in area e fa un 1 contro 1 con il terzino dell’Inter Zanotti, oggi aggregato alla Prima Squadra di Inzaghi, e in 10 metri gli prende 3 metri, mette una palla in area e vinciamo la partita. Andatelo a vedere! (qui)
Non mi meraviglierei se iniziasse a fare cose straordinarie nel calcio che conta: ha tutti i mezzi per poterlo fare.
A questo punto, se la sente di fare un paragone?
Faccio un paragone un po’ esagerato, ma per eleganza e potenza mi ricorda George Best. Uno di quei giocatori che quando decidono di vincere le partite, le vincono. QuanDo vedi Kleis toccare la palla è un piacere. È elegante ma allo stesso tempo ha una grande potenza nelle gambe. Nei primi due o tre passi è devastante. Deve migliorare sul gioco aereo e sotto l’aspetto tattico.
Gli auguro con tutto il cuore di vivere le migliori fortune calcistiche.
Modena è la piazza giusta per la sua maturazione?
Mi auguro davvero che Modena sia la piazza giusta per farlo cresce. A 22 anni ha una vita calcistica davanti. Il Modena deve avere il coraggio e la voglia di metterlo in mostra, tutelarlo e proteggerlo. In campo non è un ragazzo timoroso ma deve avere più continuità.
Il Modena ha passato qualche brutta annata, ma tutti parlano bene di questa società. Non dimentichiamo che ha fatto anni in Serie A e anni importanti in Serie B, ha una storia calcistica alle spalle e quando si trovano i dirigenti giusti e un presidente giusto fa bene a tutti i giocatori.
(www.modenacalcio.com)
Ho avuto a che fare con i giovani per 10 anni, parlo per la mia esperienza e ho avuto a che fare con uno dei migliori settori giovanili. Penso che i ragazzi che hanno talento debbano essere protetti e non si devono bruciare. Dobbiamo avere il coraggio di farli sbagliare, e poi di nuovo sbagliare così da poterli far crescere. È solo attraverso l’errore e una partita sbagliata che si migliora. Poi ti ritrovi un giocatore forte che sbaglia poco perchè è passato attraverso gli errori.
Ai ragazzi dico: “Bisogna essere professionisti professionalmente” e vivere in modo professionale anche fuori dal campo. Anche sotto questo aspetto Bozhanaj non ha mai avuto problemi. È sempre stato un ragazzo posato. Qualcuno mi diceva: “Mister ma lui finisce di mangiare e va subito a dormire!”
In chiusura, ha un aneddoto da raccontarci?
Ti racconto questa, che racconto a tutti, così chiudiamo.
Mancavano 3 partite alla fine del campionato: perdiamo 2-0 contro il Torino e 5-1 contro il Cagliari. Avevamo 5 punti di vantaggio sulla SPAL che recupera e ci supera portandosi a +1. Siamo settimi, fuori dalle finali.
L’ultima partita per qualificarci alle finali era proprio contro la SPAL. A loro bastava un pareggio per qualificarsi.
Nel primo allenamento dopo la partita con il Cagliari, nello spogliatoio, ho detto ai ragazzi: “Il 31 gennaio eravamo terzultimi, siamo stanchi, e avete già fatto qualcosa di straordinario, in 4 mesi e mezzo abbiamo fatto una cavalcata da eroi. Io vi ringrazio per quello che avete fatto, ci siamo salvati e mercoledì vi lascio liberi, ci stringiamo la mano e si va tutti a casa”.
Si alza Bozhanaj che era un taciturno ed esclama: “Mister, noi andremo alle finali!”.
Vinciamo 3-0 con la SPAL, accediamo alle finali e vinciamo il campionato Primavera.