Abbiamo avuto l’onore e il piacere di fare una chiacchierata con Maurizio Ciaramitaro, ex centrocampista gialloblù, che ha rilasciato le proprie parole riguardanti il proprio trascorso con i canarini e la prossima stagione del Modena
Il tuo curriculum parla chiaro, hai giocato tanti anni e in tante squadre diverse tra serie C, serie B e serie A, ma nella tua carriera hai mai avuto un allenatore esordiente?
“Solo una volta un allenatore della primavera del Palermo venne promosso alla guida della prima squadra e si chiamava Rosario Pergolizzi per il resto ho sempre avuto allenatori già molto navigati”.
Hai mai avuto modo di conoscere invece il nuovo tecnico dei canarini, Paolo Bianco?
“Bianco non lo conosco come allenatore, ma da avversario mi è sembrato sempre uno con un bel carattere e mi ha sempre fatto una bella impressione, credo che abbia tutte le carte in regola per essere un mister importante per il Modena“.
Ricordo migliore e peggiore del periodo Modenese?
“Il ricordo peggiore è sicuramente quello relativo alla rottura del crociato, ero arrivato da poco e mi sono infortunato alla seconda presenza, ma devo dire che da quel momento in poi ho ringraziato la società perché mi hanno sempre sostenuto e mi hanno rinnovato il contratto e nonostante le prime difficoltà al ritorno in campo sono stati anni e momenti bellissimi”.
Cosa è successo realmente quando la squadra chiedeva l’esonero di Cuttone?
“Con Agatino si era un po’ perso il bandolo della matassa, non c’era una giusta amministrazione a livello di allenatore, non si seguiva più il mister e noi giocatori non sentivamo più certe cose, probabilmente per questo una ampia parte del gruppo si è sentita di prendere questa decisione, per il bene della squadra. I risultati hanno poi parlato da sé perché quell’anno l’andamento non era dei migliori con Cuttone alla guida e dopo il suo esonero siamo riusciti a salvarci”.
Che rapporto hai con gli ex compagni del Modena?
“Mi sento molto spesso con Armando (Perna), che è un mio grande amico con il quale ho un gran bel rapporto e ogni volta che possiamo ci incontriamo anche a Modena, ma porto dentro un bellissimo ricordo di tutti i miei compagni di quelle due stagioni”.
Qual è stato l’allenatore che più ti ha aiutato in carriera e che porti nel cuore?
“Potrei fare tanti nomi di allenatori blasonati con cui ho avuto il piacere e la possibilità di lavorare tra cui Guidolin, Mazzarri, Pioli, Iachini, Colantuono, ma se devo sceglierne uno dico mister Castori che a livello di allenatore (anche se non blasonato) e di uomo mi ha fatto crescere tanto; era il classico padre di famiglia, che ti aiutava nei momenti difficili e ti difendeva sempre. Per me è stato un grande esempio dal quale ho appreso molto e sono contento che si sia potuto togliere tante soddisfazioni, se le merita tutte”.
Cosa è cambiato in Serie B dai tuoi tempi?
“Ho avuto la fortuna di fare parte di squadre che in B erano molto forti, tante squadre blasonate e pronte per salire in Serie A (ad esempio il Chievo). La serie B è tornata ad essere un campionato molto tosto come ai miei tempi, anche se per questa stagione ad esser sincero pensavo che Modena e Palermo raggiungessero i Play Off tranquillamente perché avevano le carte in regola per puntarci. Purtroppo però l’andamento è stato troppo altalenante, laddove serviva qualche pareggio in più non è stato portato a casa e lo sa anche Tesser (che è uno molto esperto) che con qualche attenzione in più sui dettagli si sarebbe potuto fare meglio”.
Per raggiungere determinati obiettivi conta di più l’unione del gruppo o la qualità della rosa?
“Sono importantissime entrambe, la qualità della squadra è importante ma puoi perdere e vincere con tutti, il Sudtirol ne è l’esempio, non ha dimostrato di essere più forte di Modena e Palermo, ha semplicemente avuto più equilibrio e questo ha fatto la differenza alla lunga. Ma in Serie B si parte sempre dal gruppo, al quale poi aggiungi la qualità, l’estro e la giocata del singolo, che ti può fare la differenza in una partita magari un po’ più bloccata”.
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